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I City Climbers che hanno scalato la piramide sociale della città

Foto di Piotr Niepsuj
Interviste di Edoardo Totaro
In collaborazione con

Fin dai tempi antichi l’uomo è stato guidato dall’istinto di dominare i suoi simili e ha cercato di mettersi in una posizione di superiorità simbolica - con il potere - e fisica - occupando il luogo più alto del proprio ambiente. Forse perché gli uomini derivano dai dinosauri che derivano dagli uccelli (che volano). Qualcosa di quell’istinto primordiale è sopravvissuto fino a oggi e si manifesta nel desiderio di abitare il più in alto possibile. Il City Climber è colui il quale è riuscito ad appagare questo desiderio e ha riprodotto concretamente la sua scalata al successo andando ad abitare all’ultimo piano della piramide. Abbiamo selezionato e intervistato tre personaggi che stanno in alto simbolicamente e fisicamente, e siamo andati a fare delle fotine paura per farti vedere come loro vedono la città.

Michele e i suoi strippi stilosi

Michele è un amico ed uno strippato di prima categoria, i suoi strippi principali sono le scarpe da ginnastica, le giacchette fatte coi materiali interessanti e i fumetti disegnati molto bene. Si può dire che il suo successo nella vita gli abbia permesso di coltivare i suoi strippi ma noi preferiamo vedere gli strippi come il suo vero successo.

Come mai collezioni le sneaker, cosa ti è successo di brutto quando eri piccolo?

Vorrei precisare che non sono un collezionista. Accumulo cose ma non le metto dentro buste di plastica come fossi un serial killer.

Alle medie al Parini eri figo se avevi il Barbour e le Stan Smith. Un giorno ho deciso di comprare delle Jordan per differenziarmi, pensavo che mi sarei distinto dagli altri. Ovviamente era un’illusione.

Hai mai commesso dei reati relativi agli oggetti del tuo feticismo? Hai mai avvelenato qualcuno per rubargli una giacca?

Per quanto riguarda sneakers e vestiti no, per i fumetti si invece. Però roba piccola, truffa e furto.

È vero che sei il king di eBay, tipo che hai alzato un sacco di soldi solo vendendo streetwear pesissimo?

Un sacco di soldi, insomma. Circa 30k. Sì, se ce li avessi in mano in contanti in questo istante sarebbero un sacco di soldi. Comunque ne ho spesi di più quindi io e eBay siamo a posto così.

Che belle le giacchette.

Quanto ci hai messo a plasmare le tue collezioni che ok ho capito non sono collezioni perché non sei un collezionista?

Una vita. Le collezioni non sono solo infinite prese una per una, ma mi piace iniziare piccole collezioni diverse, mentre gli anni passano.

Qual è il pezzo di maggior valore (emotivo e/o economico) delle tue collezioni-non-collezioni?

Faccio prima a dirti le cose da cui non mi separerei: la mia prima Mille Miglia, un disegno di Bonvi con dedica fatto quando avevo 12 anni, la collezione di Raw che mi ha regalato mio padre.

Quando è che secondo te uno può dire di essere un accumulatore con i controcazzi e non semplicemente uno zio che ha un po’ di cose?

Credo sia assolutamente soggettivo, ma gli accumulatori veri hanno bisogno di magazzini per la loro roba. Io ho solo qualche libreria e qualche armadio.

NOTA: I VERI ARRIVATI NON DICONO MAI CHE SONO ARRIVATI ;)

C’è mai stato un momento tragico della tua carriera di accumulatore che ti ha fatto pensare “hey, adesso la smetto di comprare giacche termonastrate da 1k e risparmio i soldi per comprarmi una barca”? E perché hai deciso di tenere duro?

Succede ogni settimana, ma il risparmio non offre alcuna soddisfazione.

C’è qualcosa che ti sentiresti di dire come mentore ad un giovane accumulatore che si sta avvicinando al meraviglioso mondo delle cose stylose e costose e vorrebbe diventare uno peso come te?

Oggi esistono strippi costosi di qualsiasi tipo. Sarebbe uno spreco sceglierne uno banale come i miei. I giovani devono scegliere metodi nuovi per buttare via il loro denaro.

Ti faccio un test per capire la tua personalità. Metti in ordine di importanza le seguenti cose: sesso, salute, giacchette, scarpe, pace nel mondo.

Ultimo posto le scarpe, poi il sesso, la salute, la pace nel mondo e le giacchette al primo.

Ma scusa cazzo tene della pace nel mondo? Comunque il risultato è che sei gay (easy comunque siamo nel 2015).

Ma si dai, sarebbe una buona cosa.

Torniamo a parlare delle tue collezioni, non l’ho letto da nessuna parte ma di sicuro Freud ha scritto che il collezionismo derivi dal bisogno di risolvere un desiderio sessuale represso nei confronti dell’oggetto collezionato. Tra l’altro collezionava arte l’ipocrita. Comunque tutto questo per dire, ti fotti le scarpe?

No.

Senti ma hai solo passioni che non vengono capite dalla società? Nel senso, io lo so che le giacchette sono paura e anche i fumetti (non li leggo però guardo i disegni), ma non hai hobby che la gente non pensi che siano da tipe o da nobambi?

I videogiochi.

Ultima domanda, quando ti guardi allo specchio senti di avercela fatta?

Se è inverno, di solito sì.

LOL grande Miki grazie TVB ciao.

Alberto e il design italiano

Alberto è il co-fondatore di Segno Italiano, un’agenzia che recluta l’artigianato più pettinato a zonzo per l’Italia e lo immette nel mercato globale facendo da piattaforma media, art director e curando tutti quegli aspetti legati all’immagine a cui di solito gli artigiani badano poco. Lui faceva il designer di interni in uno studio peso poi l’ha mollato per fare il suo brand. Grande rispetto per i raga che inseguono i loro sogni rinunciando a tanti soldi sicuri nel presente per tantissimi soldi forse nel futuro BRAVO!

Ciao Alberto, mi dici il tuo ideale di successo? Quando è che un frate si può guardare allo specchio la mattina e dire “ho spaccato”.

Quando ha un’esperienza tale da poter dire di aver fatto una serie di lavori che rispettino la sua coerenza, di cui sia pienamente soddisfatto insomma.

Mmm quiiindiiii….???...

Il successo secondo me non è una cosa legata ai soldi o al riconoscimento degli altri, riguarda più la percezione di se stessi e del proprio lavoro.

Ah ok. E quando è che tu hai realizzato che stavi riuscendo a fare quello che volevi nella vita e ti sei sentito appagato?

Quando sono tornato a Milano e ho iniziato a lavorare in uno studio qui. Poi mi è successo di nuovo in un secondo momento quando mi sono staccato dallo studio e ho iniziato a occuparmi di Segno Italiano. Abbiamo vinto una gara per la progettazione di un ristorante e abbiamo capito che stava diventando una cosa seria.

Ma il tuo obiettivo dopo l’attico qual è? La Lambo? Il jet? L’isola pvt?

Creare un total look dell’arredo italiano. Mettere dentro un marchio tutta la domesticità italiana, dalla tavola al design.

Ambizioso. E a che punto sei?

C’è ancora tanta strada da fare.

NOTA: I VERI ARRIVATI NON DICONO MAI CHE SONO ARRIVATI ;)

Perchè l’Italia spacca?

Perché in Italia c’è stato il Rinascimento.

Mi devo comprare dei bicchieri paura per fare bella figura con la gente che viene a tazzare la vodka pregiata a casa mia, però zero roba che conoscono tutti. Mi consigli qualcosa di peso di nicchia?

Vetro verde di Empoli.

Verde come i soldi.

Nella percezione comune design e artigianato non sono due cose opposte, tipo cucina molecolare e lasagne di tua nonna?

Storicamente sì, ma da un po’ di tempo l’artigianato è tornato di moda e quindi lo si può impacchettare bene senza che la cosa sia percepita come una forzatura.

Senti un po’ mi sa che te sei uno che sa spendere bene i suoi soldini. In genere in cosa scialacqui di più? Sneaker limited, droga, arredamento, armi? Puoi dire tutto senza freni qui eh.

Arredamento per la casa sicuro, e poi viaggi direi. Purtroppo sneakers ne compro una all’anno non sono un grande appassionato. Droga e armi niente.

Grazie Alberto e tranquillo ci stai simpatico lo stesso.

Ludovico e Sami aka SÄMEN

SÄMEN è - c’è scritto sul sito - un directing duo. Ludovico e Sami, fanno video: corti, video musicali, pubblicità. I raga sono un esempio di come una persona motivata possa riuscire a raggiungere il successo lavorativo e poi sfruttare questo successo per raggiungere il successo personale (considerando che l’uomo non è ancora riuscito a emanciparsi dalla necessità di lavorare).

Legenda
L: Ludovico / S: Sami / Niente: entrambi, in coro

Perché avete un’insegna con scritto Padre Pio in casa?

L: Mio padre si chiama Pio. No scherzo, sotto casa nostra c’è un’agenzia di onoranze funebri che si chiama Padre Pio. Stavano sgomberando e gli abbiamo chiesto l’insegna.

Quando avete iniziato a fare quello che fate che prospettive avevate? E che prospettive avete adesso.

Prospettiva da sognatori. Quando abbiamo iniziato volevamo fare film horror, che è la nostra passione. Anche adesso vorremmo fare cinema, però siamo più realisti e stiamo facendo un percorso. Anche se abbiamo appena girato un corto che ha potenzialità da cinema e parteciperà a dei concorsi, quindi siamo contenti.

C’è un momento della vostra carriera che potreste identificare come IL MOMENTO DELLA SVOLTA?

L: Per quanto riguarda i progetti personali sicuramente il nostro primo corto, Hanksville.
S: Dal punto di vista lavorativo il video di Mecna. Da lì abbiamo iniziato a lavorare nell’advertising.

Nella vostra traiettoria personale a che punto siete in percentuale? Diciamo che al 100% c’è il vostro obiettivo che è…

L: Siamo al 20%. Il nostro obiettivo è fare un film, raccontare una storia nostra e non riproporre storie di altri. Però ripeto, grazie al corto siamo nella direzione giusta quindi si può dire che stiamo salendo la rampa della soddisfazione personale (oltre a quella della soddisfazione lavorativa).

NOTA: I VERI ARRIVATI NON DICONO MAI CHE SONO ARRIVATI ;)

Considerando che oggi un giovine su tre fa video (gli altri due fanno uno le foto e l’altro l’editor) qual è il segreto per avere successo in questo campo?

L: Smettere di guardare video fatti da altri, anzi non guardare niente per un po’ e provare a fare qualcosa. Magari prendendo ispirazione dal cinema e non dai video online che non hanno molto da dire.
S: Andate in montagna a guardare gli spiragli di luce e cose così.

Vi faccio un test x capire quanto siete pesi come directorss: dovete fare un corto di un minuto che si intitola “le mie sneaker sono più limited delle tue”. Dentro il corto ci devono essere i seguenti elementi: delle sneaker limited, un samurai, un acquario di pesci esotici e il Panino di UNOTRE.

Siamo in una palestra di ginnastica artistica, il nopani ha organizzato una sfida tra un samurai e una ginnasta russa: su un trapezio c’è un aquario con dentro delle SCARPE (NON SCARPA) mega-limited, il premio. I pesci stanno per mangiarle e i concorrenti devono prenderle prima che sia troppo tardi. La tipa è una fashion che le vuole troppo e il samurai non può tornare in Giappone senza le sneaker perché sarebbe un disonore. I due partono, la tipa tira un calcio volante all’acquario sfondandolo e i vetri rotti fezzano il samurai che perde un braccio. Poi la zia si mette le sneaker e ha vinto.

Nei film c’è un sacco di cocaina, nelle pubblicità zero cocaina. Come mai secondo voi? Quando pensate che finalmente la pubblicità sdoganerà la cocaina?

S: Tra un po’ ci arriviamo, ora che la pubblicità si sta spostando online è più vicina al paese reale.
L: In realtà c’è un sacco di cocaina nella pubblicità, dietro le quinte.

Per chiudere, cosa vuol dire SÄMEN? Seme in tedesco? È il riocontra di mensa?

L: È vero, è il riocontra di mensa non ci avevamo mai pensato! No in realtà è una cosa molto più a caso, una fusione tra Sami e Amen, che è una sorta di soprannome che mi sono fatto tatuare sulle nocche perché sono un po’ nel trip mistico-occulto.

#CITYCLIMBERS è scattato con Canon EOS M3

Tutte le foto sono state scattate con EOS M3, che offre le prestazioni di una reflex digitale con la portabilità di una fotocamera compatta. Scatti continui a risoluzione piena a 4,2 fotogrammi al secondo, anche in formato RAW, filmati in Full HD (1080p) a 30 fps. Messa a fuoco rapida grazie all'avanzato Hybrid CMOS AF III, con 49 punti AF disseminati sul fotogramma. Controllo manuale completo, NFC e WiFi anche per scatto remoto.

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